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Sede Via San Martino

Ospita la scuola secondaria di I grado "M. Hack"

Descrizione

La scuola, istituita nell’anno scolastico 1973/74, raccoglie nel suo ambito d’utenza allievi provenienti da un raggio di circa 10 km, che ingloba, oltre al comune di Villarbasse, le borgate di Corbiglia e Roncaglia e il paese confinante di Reano.
È sempre stata considerata in questi anni come polo di aggregazione e di intervento sul territorio.
L’edificio scolastico sorge vicino ai campi sportivi, dotati di strutture recentemente ampliate che il Comune rende disponibili per attività sportive e ludiche collegate alla scuola stessa.
Recentemente, la scuola è stata intitolata a Margherita Hack, astrofisica e divulgatrice scientifica italiana.
La scelta è stata così motivata dall’Amministrazione comunale e scolastica: “…Abbiamo deciso di dedicare la nostra scuola a lei perché è stata una grande scienziata, di cui andiamo molto fieri. Il suo instancabile e costante impegno, profuso nella ricerca scientifica e al servizio della società, possono essere d’esempio alle giovani generazioni, così come il suo impegno umano e civile anche in difesa dei più deboli, fanno di lei una donna di eccezionale ingegno ed umanità”.

Margherita Hack è nata a Firenze il 12 giugno 1922 ed è morta a Trieste il 29 giugno 2013.
E’ stata astrofisica e divulgatrice scientifica, direttrice dell’Osservatorio astronomico di Trieste dal 1964 al 1997, insignita del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’ordine al merito della Repubblica italiana, “per il costante e instancabile impegno profuso nella ricerca scientifica e al servizio della società”.
Il padre era di origini svizzere, mentre la madre era italiana, entrambi facevano parte della Società Teosofica Italiana, secondo la quale tutte le religioni derivano da un’unica divinità.
In 91 anni, Margherita Hack ha attraversato momenti storici importanti come il fascismo, la seconda guerra mondiale, il boom economico, il ’68, …..
Si è laureata in fisica nel 1945.
Curioso è il fatto che, a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale, non ha mai conseguito il diploma di maturità!
E’ stata campionessa di salto in alto e in lungo, ha praticato  pallavolo e pallacanestro; è stata una ragazza dinamica e cresciuta in modo molto libero, rispetto alle sue coetanee.
Anche nella scelta della scuola superiore e dell’università, i suoi genitori le hanno lasciato libera scelta, senza imporre le loro idee. Infatti si era iscritta alla facoltà di Lettere, ma dopo aver seguito una sola lezione, è passata ad Astronomia, materia non ritenuta valida per un lavoro sicuro.
Forte della sua personale esperienza, Margherita Hack ha sempre consigliato ai giovani che le chiedevano indicazioni di non farsi condizionare nelle proprie scelte dai pensieri altrui, e di osare e fare ciò che  piace.
“Studia quello che ti interessa di più, il lavoro poi si troverà”. A questa affermazione di Margherita Hack, molti hanno obiettato che mancasse di realismo, ma lei rispondeva che era “molto più irrealistico avere la pretesa di sapere cosa riserverà il futuro a un ragazzo di diciott’anni”.
“Quel che conta è affrontare l’università con impegno, costanza e cognizione di causa”. Il suo metodo di studio era particolare, non ha mai fatto le “sgobbate” finali per superare gli esami, perché sosteneva che se un’informazione ci metteva qualche minuto per entrare nel cervello, ci metteva altrettanto poco tempo per sfuggirne.
Ha insegnato astronomia all’Università di Trieste, ed ha svolto incarichi importanti sia in Italia che all’estero; si è occupata molto di ricerca e di divulgazione, fondando la rivista “L’astronomia”.
Per Margherita Hack, divulgare “ ha un profondo valore democratico, perchè prima di tutto vuol dire condividere”. La divulgazione scientifica, per lei, era l’equivalente degli insegnamenti trasmessi un tempo attraverso le favole.
La sua filosofia di vita è stata quella di accontentarsi di ciò che ha avuto, senza rimpiangere il passato e di circondarsi di persone che le volevano bene.
In poche parole, “è stata ed è tuttora l’icona del pensiero libero e dell’anticonformismo”, come la definì Umberto Veronesi, anche se  lei non si considerava tale.
( Le notizie sono tratte dal libro autobiografico “Nove vite come i gatti –i miei primi novant’anni laici e ribelli, ed. Rizzoli )

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